Il mio nome è Patrizia, ho trentotto anni e
vivo a Palermo, vi scrivo per mia madre. E' una persona splendida, onesta e sensibile,
ed io l'adoro, per questo vorrei vederla nuovamente sorridere. Purtroppo in
questo momento si sente perseguitata.... dallo stato, sì, perché dopo aver
vinto una causa in quanto le è stato tolto disonestamente un posto di lavoro
che le spettava, le è stato anche riconosciuto un risarcimento per danni morali
e materiali.... solo che dopo averli erogati un giudice ha sovvertito la
sentenza di risarcimento, con motivazioni palesemente incostituzionali e
violanti le norme europee, e ne ha disposto la restituzione.
Adesso mia madre deve allo stato circa 80000
euro comprensivi di mora, che aumenta esponenzialmente, ed ovviamente non li ha
più, gravata da debiti com'era e pagando la percentuale all’avvocato. Ha dovuto
vendere a me l'auto per timore che la sequestrassero, indebitarsi con la banca
con piccolo prestito e quinto dello stipendio per timore che ne trattenessero
una parte, e con essi ha aiutato me e mio fratello, non può possedere nulla e
nemmeno comprarsi una casa con un mutuo in previsione di una ben misera
pensione e col timore in futuro di non potersi nemmeno permettere una casa in
affitto, e come se non bastasse deve vivere con l'angoscia di vedersi
presentare a casa gli ufficiali giudiziari per un eventuale pignoramento.
Attualmente ha serie difficoltà economiche e nessuna finanziaria o banca le fa
un prestito perché risulta pesantemente indebitata con lo stato e a sessant’anni
è difficile anche trovare un secondo lavoro, è già ufficiale di stato civile
del comune di Palermo; noi figli abbiamo le nostre difficoltà e non possiamo
aiutarla, le bollette si accatastano, il pagamento dell’affitto si posticipa ed
io vivo nel timore e nell’angoscia che commetta un gesto inconsulto… ci siamo
rivolti al tribunale europeo per palesi violazioni delle norme comunitarie dei
diritti umani ma i tempi sono lunghi e lo stato con i suoi atti persecutori
continua a distruggerci la vita. E' mai possibile
che nemmeno nella vecchiaia e dopo una vita di stenti e sacrifici, di dolori e
privazioni, si possa vivere , non dico felicemente, ma almeno serenamente? Vi
prego, aiutatemi a rendere pubblica questa storia affinché dopo quattro anni il
tribunale europeo si esprima in una sentenza e condanni lo stato italiano a
desistere da tali persecuzioni e si conceda a mia madre un po’ di serenità.
Posso ovviamente fornire tutta la
documentazione che attesti tutto ciò che ho scritto e la mia onestà morale e
intellettuale!
P.S. Io sono affetta da retinite pigmentosa
con residuo perimetrico binoculare inferiore al 3%, in pratica cieca civile, ho anche due bambini,
Selene di cinque anni e Paolo di quattro
mesi, ed un marito con serie difficoltà lavorative... posso darle amore ma
difficilmente riesco a fare altro per lei.
Vi allego la lettera scritta da
mia madre in cui spiega nel dettaglio questa insostenibile ed ingiusta
situazione.
PATRIZIA FACCARO
LETTERA DISPERATA
Dopo
vent’anni di concorsi e avanti indietro dall’ufficio di collocamento, una lotta
per ottenere un mio diritto, il lavoro, un reddito per vivere io e i miei figli
(allora minorenni); finalmente nel 1994 sono in graduatoria all’ufficio di
collocamento di Palermo (dopo aver presentato tutti i documenti che
richiedevano) come ausiliario socio-sanitario, sono in lista all’ospedale Villa
Sofia di Palermo, sono chiamata, presento i documenti per l’assunzione, visita
medica ed esami, tutto a posto, di lì a poco avrei preso servizio ; passano
giorni, un mese e non vengo chiamata, vado ad informarmi, mi si risponde che
l’ufficio di collocamento aveva mandato una nuova lista dove il mio nome non
compariva più. Corro all’ufficio di collocamento per avere delle spiegazioni,
mi sento dire che per l’assunzione mancava un documento (che io avevo
presentato), insisto nel dire che l’avevo presentato; conclusione… il direttore
del collocamento mi fece buttare fuori dai carabinieri. Mi rivolsi al T A R ,
feci causa al collocamento, e non ero la sola in quel periodo, eravamo in
tanti, infatti ci fu il sequestro di molti fascicoli.
In
breve, dopo lunghi anni vinsi la causa a pieno titolo, e visto che nel 2000
entrò la legge che riconosceva a chi avesse avuto leso un interesse legittimo,
equiparato al diritto soggettivo, che dovesse essere risarcito ma soltanto una
volta riconosciuto il reale interesse legittimo e quindi a causa conclusa, il
mio avvocato presentò istanza e venni risarcita. Dopo un paio d’anni ricevetti
la terribile notizia che dovevo restituire l’intera somma, in quanto una nuova
sentenza stabiliva che la legge del 2000 sul risarcimento non fosse retroattiva
ma che la richiesta poteva comunque essere presentata entro cinque anni
dall’inizio della causa, quindi per quelle dal 1995 in poi, e la mia causa era
iniziata nel 1995 ma l’istanza di richiesta di risarcimento era stata inoltrata
al tribunale nel 2004, dunque non rientravo negli aventi diritto; peccato che
la causa si fosse protratta così a lungo per colpa delle lungaggini
burocratiche dello stato ed io avessi fatto causa, l’avessi vinta e fossi già
stata risarcita per riconosciuta ritardata giustizia. In pratica avrei potuto
chiedere il risarcimento all’inizio della causa ma l’interesse legittimo non mi
era ancora stato riconosciuto, la causa era ancora in corso, ed inoltre ancora
non esisteva la legge sul risarcimento dell’interesse legittimo, riconosciuto
solo nel 2000 appunto; e non avrei potuto richiederlo nemmeno entro i cinque
anni dall’inizio della causa poiché non ancora conclusa e dunque non ancora
riconosciuto l’interesse legittimo, e protrattasi così a lungo per colpa dello
stato, responsabilità riconosciuta da una sentenza.
Prima
ritengono che ne ho diritto e me lo concedono, poi lo vogliono restituito, ma
il tribunale palermitano a che gioco sta giocando? Forse a rovinare le persone
oneste come me, non ci sto! Inoltre quei soldi io non li ho più, in quanto
negli anni di disoccupazione avevo accumulato molti debiti. Adesso mi ritrovo
disperata, ho dovuto vendere la macchina per non farmela sequestrare, non posso
acquistare nulla perché mi viene tolto, sono in affitto, caro affitto, volevo
fare un mutuo per acquistare una casetta, ma non posso farlo, non posso fare
più nulla. Inoltre mi toglieranno la liquidazione in quanto sono dipendente
comunale, non posso chiedere ulteriori prestiti perché inserita nella lista
nera dei cattivi pagatori e col mio misero stipendio e altri prestiti già in
corso mi ritrovo con l’acqua alla gola e senza nessuna possibilità d’uscita,
sommersa da bollette da pagare e affitto. Mi stanno distruggendo la vita, avrò
una pensione molto bassa, in quanto ho pochi contributi, come farò a vivere? Il
mio avvocato ritenendo che ciò che sta facendo lo stato o (avvocatura di stato)
sia illegale si è rivolto al tribunale europeo, ma i tempi sono molto lunghi,
intanto la mia vita è finita. Pur essendo una cittadina onesta che ha sempre
pagato tutto, (tasse, multe e quant’altro), adesso potrei subire l’offesa e
l’umiliazione di vedermi comparire dietro la mia porta i pubblici ufficiali con
l’intenzione di pignoramento. Vi prego… qualcuno mi aiuti, non sono una
delinquente, non riesco a sopportare tutto questo… aiutatemi prima che sia
troppo tardi, rivoglio la mia vita o ci rinuncio per sempre.
PROVENZANO ROSALIA
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